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Vin brûlé: storia e consigli per godervi la golosa bevanda invernale

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Vin brûlé: storia e consigli per godervi la golosa bevanda invernale

Cari buongustai, cosa c'è di meglio per scaldare le lunghe serate invernali? Beh, decisamente un bel bicchiere di vin brûlé caldo!

Chiamato Gluhwein in Germania, Vin Chaud in Francia, Mulled Wine in Inghilterra e glogg nei paesi scandinavi, il vin brûlé, che letteralmente significa vino bruciato, è una bevanda a base di vino rosso, zucchero, cannella e altre spezie come scorza d'arancia, anice, chiodi di garofano e pepe nero.

Prepararlo è davvero semplice perché basta mettere tutti gli ingredienti in un pentolone, farli bollire a fuoco lento e quindi fiammeggiarli in superfice per fare evaporare l'alcol e dare il leggero gusto affumicato che caratterizza il brûlé.

Una bevanda antichissima

Ma come è nata la bevanda invernale, regina di tutti i mercatini di Natale, più famosa d'Europa e del Nord America?

Ancora una volta è necessario fare un grande salto indietro nel passato, fino all'Antica Roma, quando Apicio nel suo "De re Coquinaria" parlò del "Conditum paradoxum": una miscela di vino, pepe, miele, foglie di nardo, zafferano, datteri ed erbe officinali. La bevanda veniva consumata soprattutto dai gentili che, dopo averla bollita, la sorseggiavano a fine pasto.

Successivamente, nel Medioevo, si tramandò la tradizione della bevanda alla quale venne aggiunta la cannella e venne dato il nome "manica di Ippocrate", in riferimento al medico Ippocrate che simboleggiava le proprietà lenitive e disinfettanti dell'infuso.

A ciò si è aggiunta anche la tradizione nord europea e quindi una rielaborazione della bevanda in versione germanica e scandinava.  

Da tutti questi influssi è nato l'odierno vin brûlé che, sebbene cambi qualche ingrediente da paese a paese, mantiene la costante della bevanda calda e speziata che accompagna le feste popolari durante l'inverno.

Il vin brûlé in giro per l'Italia

Da regione a regione il vino utilizzato per il brûlé può cambiare, in generale la regola principale per prepararlo, e per acquistarne uno di qualità, è scegliere un'etichetta tipica del territorio.

Così se siete del centro Italia, o ancor meglio della Romagna, il vino perfetto per il brûlé è il Sangiovese, salendo in Emilia meglio optare per il profumato Lambrusco, in Veneto il migliore brûlé è a base di vini bianchi come lo Chardonnay o il Sauvignon Blanc, in Alto Adige vengono preferiti il Pinot Nero e la Schiava mentre nelle Langhe piemontesi va per la maggiore il buonissimo Barolo.

 


di Francesca Barzanti, pubblicato il 14/12/2017


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