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Asprinio: il vino aversano che si coltiva sugli alberi dal 1400

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Asprinio: il vino aversano che si coltiva sugli alberi dal 1400

Quanti di voi conoscono il sapore secco e fresco dell'Asprinio? Beh, sicuramente gli intenditori di vino sanno di cosa sto parlando!

L'Asprinio infatti è un vino bianco DOC che da secoli si produce nella zona di Aversa, in provincia di Caserta, il cui nome deriva proprio dalla sua caratteristica acidità che lo rende ottimo per la spumantizzazione, sia con il metodo charmat che con il metodo classico.

È ovviamente buonissimo anche come vino fermo, con il caratteristico sapore acido e pungente allo stesso tempo e i sentori fruttati e agrumati che lo rendono il perfetto abbinamento con un'altra delle specialità per eccellenza dell'Agro Aversano: la mozzarella di bufala campana DOP!


La coltivazione ad alberate

Una delle caratteristiche che rendono l'Asprinio unico nel suo genere è il metodo di coltivazione ad alberate.

Questo sistema davvero particolare consiste nel posizionare i tralci delle vite di uva Asprinia intorno a pioppi e olmi che fungono da veri e propri tutori. Così facendo si creano delle vere e proprie barriere chiamate "vigne maritate" così alte, pensate che arrivano fino a 20 metri, che in epoca borbonica pare venissero usate anche come mura difensive contro i nemici.

Questo metodo assicura che il vino mantenga la sua caratteristica acidità e fa sì che la coltivazione incroci venti e brezze marine che conferiscono forza ai grappoli.

La raccolta non è però così semplice e a farla sono i cosiddetti "uomini ragno": cioè contadini esperti che salgono sugli alberi tramite strette scale e raccolgono i grappoli a mano.

Storia e leggenda

La storia dell'Asprinio è davvero antica, basti pensare che alcune documentazioni scritte che ne attestano l'esistenza risalgono al 1400. Una di questi è un atto notarile del 1495, dove si attesta un contratto di affitto per un podere a Caivano che prevedeva anche una fornitura al proprietario di due vasi di vino: uno di Asprinio e uno di Verdesca.

Sulle origini dell'Asprinio storia e leggenda si mescolano, c'è chi sostiene che addirittura il vitigno risalga agli Etruschi, visto che la tipica coltivazione ad alberate sembra derivare proprio da dal metodo usato dall'antichissima popolazione.

Fonti più attendibili invece sostengono che il vino campano sia nato in epoca Angioina, precisamente alla corte di Roberto d'Angiò, dove il cantiniere di palazzo indicò i declivi del territorio di Aversa come i migliori per coltivare le viti le cui uve fossero adatte alla spumantizzazione.

Così furono proprio gli angioini ad appoggiare per la prima volta i tralci di vite agli alberi di pioppo per ottenere le caratteristiche organolettiche dell'Asprinio.

Come gustare l'Asprinio

L'Asprinio è ideale servito a 7-10° e gustato in abbinamento ad antipasti freddi, come tartine e stuzzichini, piatti di pesce, crostacei e molluschi, golosi fritti campani, primi col sugo di pesce e la deliziosa mozzarella in carrozza


di Francesca Barzanti, pubblicato il 26/04/2021


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