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Sbrisolona: storia della tradizionale torta mantovana

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Sbrisolona: storia della tradizionale torta mantovana

Cari golosi quanti di voi non riescono a resistere davanti a una bella fetta di Sbrisolona, ovviamente rigorosamente spezzata con le mani? Beh, personalmente io vado matta per questa deliziosa torta dalle origini mantovane, diffusa in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

La ricetta e le caratteristiche

Nata come alimento contadino, la ricetta originaria della Sbrisolona prevedeva farina di mais, strutto e nocciole. Oggi invece lo strutto è stato sostituito dal burro e al posto delle nocciole si usano le mandorle.

In particolare una delle caratteristiche della torta è che le farine, bianca e gialla, e lo zucchero sono divise in parti uguali tanto che un tempo la Sbrisolona veniva chiamata anche "torta delle 3 tazze", poiché si diceva bastasse suddividere farina e zucchero in 3 tazze per ottenere la giusta dose.

Ma la caratteristica principale del dolce mantovano è soprattutto la sua friabilità dovuta al fatto che gli ingredienti non sono rigorosamente sminuzzati, ma lavorati grossolanamente. Ciò fa sì che la Sbrisolona abbia una consistenza irregolare e non venga tagliata col coltello, ma semplicemente spezzata con le mani.

Il nome

Proprio dalla particolare consistenza della torta deriva il nome "Sbrisolona". In dialetto mantovano infatti si usa il sostantivo "brisa" per intendere la "briciola" e quindi con "sbrisolona" si fa riferimento a qualcosa di friabile, che facilmente si sbriciola.

La storia

L'origine della Sbrisolona è ancora una volta da ricercare nell'antica tradizione contadina. Pare infatti che a Mantova, nel XVI secolo, chi lavorava duramente nei campi la mattina facesse colazione con lo strutto prodotto dai maiali e la farina di mais: un pasto semplice, facile e molto nutriente, che dava una botta di energia ai contadini.

Secondo altre fonti inoltre un dolce a base di strutto, farina di mais e nocciole, sempre a cavallo fra '500 e '600, veniva preparato dalle famiglie contadine per le occasioni speciali, come le promesse di matrimonio o le nascite, e poi conservato per un lungo periodo.

Fu però durante il regno dei Gonzaga che la ricetta originaria iniziò a cambiare, assomigliando sempre di più a quella odierna.  Nelle raffinate cucine di corte infatti i cuochi dei signori di Mantova iniziarono ad impreziosire la Sbrisolona sostituendo le mandorle, più care e difficili da trovare, alle nocciole e aggiungendo limone, vaniglia e zucchero all'impasto.

Varianti ed abbinamenti

Oggi la Sbrisolona è inserita fra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali lombardi e il consiglio per gustarla nel pieno del suo sapore è di non mescolarla con creme varie, ma gustarla nella versione più semplice.

Tuttavia per i più golosi la Sbrisolona si trova anche farcita con marmellata, crema di nocciole, gocce di cioccolato, mascarpone o zabaione. Ne esistono poi anche delle versioni salate con ricotta e funghi o con zucchine e speck.

Per quanto riguarda gli abbinamenti invece l'ideale è godersi una fetta di Sbrisolona sorseggiando un vino dolce liquoroso o, ancora meglio, un passito rosso o bianco dei colli mantovani, un bicchiere di Vin Santo o di Malvasia!  


di Francesca Barzanti, pubblicato il 19/06/2021


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