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Riutilizzare gli scarti delle verdure

di Barbara Farinelli

Rubriche Scuola di cucina Trucchi e segreti in cucina

Una volta era molto più semplice utilizzare tutti i materiali di scarto perché spesso si avevano animali cui destinarli, oppure si produceva il compost, ovvero un fertilizzante naturale ottenuto dal compostaggio dei rifiuti organici.

Sicuramente alcuni scarti di verdura possono essere utilizzati per fare un buon brodo vegetale, primi fra tutti gli scarti di prezzemolo, sedano e carote, ma anche asparagi, broccoli, cavolfiori, cavoli, cipollotti, porri.
Gli scarti di verdura verde (lattuga, scarola, gentile, spinaci, eccetera) possono invece essere lessati, così si inteneriscono e diventano piuttosto buoni. I gambi delle biete sono ottimi tagliati a tocchetti e cotti a vapore, oppure lessati in abbondante acqua salata.
Le foglie di carciofo (attenzione, le foglie sono quelle attaccate al gambo, non quelle che scartiamo per raggiungere il cuore del carciofo, che si chiamano brattee) sono ottime per preparare decotti che sono veramente amari, ma che hanno buoni effetti sul colesterolo. Leggere l'articolo scritto dal nostro Andrea per gli approfondimenti (La storia di Cynara di Andrea Mengassini, pubblicato il 19/09/07).

Il riutilizzo in cucina non consente però con facilità di riciclare altri scarti alimentari che si producono in abbondanza, come ad esempio i gusci delle uova, i resti di cibi cotti, gli scarti della frutta e tanti altri ancora. Un metodo ancora oggi molto efficace per riutilizzare tutti gli scarti in modo sano e naturale, ricavandone anche un piccolo vantaggio economico è quello di realizzare il compost. Proprio come si faceva una volta, solo con tecniche più moderne che consentono di eliminare i cattivi odori, si può ricavare dagli scarti organici opportunamente trasformati un terriccio molto fertile con il quale concimare le nostre piante, siano esse di appartamento oppure da orto.
La tecnica attraverso la quale ottenere il compost è piuttosto semplice e prevede di introdurre i rifiuti organici in un contenitore chiamato "composter" o "compostatore", che richiede un ingombro di appena un metro quadro e che permette in 4-6 mesi di ottenere un terriccio fertile. Il meccanismo di funzionamento è piuttosto semplice e si basa sull’accelerazione del naturale processo di biodegradazione degli alimenti. Per realizzare il compost domestico è necessario però avere un giardino (il composter deve stare all’esterno e poggiare su un terreno ben drenato). Se non si possiede un giardino, nemmeno a livello condominiale, informarsi se nel proprio comune si effettua il ritiro di materiale organico, che verrà poi inviato a compostatori industriali. In tal caso ci si dovrà procurare appositi sacchetti biodegradabili per compostaggio che il comune dirà come fargli pervenire. A Bologna, ad esempio, ci sono appositi cassonetti mentre in altre città il ritiro avviene direttamente a domicilio un paio di volte la settimana. Ci sono anche comuni che danno gratuitamente appositi contenitori e i sacchetti o, addirittura, il compostatore domestico.

Di seguito qualche link interessante che parla di compostaggio approfondendo l’argomento oltre le brevi indicazioni che ho dato:
http://www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_servizio_ambiente/casa_racc_diff/casa_tipo_rifiuti/pagina131-328.html 
http://it.wikipedia.org/wiki/Compost

Spero di avervi dato qualche spunto interessante...
Barbara


www.lospicchiodaglio.it