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Sono magro e longilineo, ma ho il ventre flaccido

di Dott. Luigi Schiavo

Rubriche II nutrizionista risponde Pancia, fianchi, glutei e gambe

Domanda

Salve, sono un ragazzo di 19 anni e da circa 2 anni convivo con questo problema.

Premetto che sono alto 1.67 e attualmente peso 48 chili, anche se pochi comunque già quando pesavo solo 44 kg tendevo sempre ad avere quell'odiato ventre flaccido tipico di un soggetto che conduce una vita sedentaria. Così decisi di scrivermi in palestra per poter dimagrire compensando con l'aumento della massa magra. Ma nonostante tutto c'era sempre quel flaccidume. Inoltre iniziò un doloroso e lungo periodo di acne molto acuta (nodulo cistica, per la quale fra l’altro facevo uso delle tetracicline) ma allo stesso tempo avevo la cute secca (nel viso e sopratutto nelle mani con la classica pelle che tira e dunque anche ruvida) e pallida. Il risultato è che arrivai a pesare 42 Kg e non riuscivo a scendere oltre (non mi importava tanto il peso quanto la forma del corpo, ovvero il solito strato flaccido che non riuscivo a eliminare) ad un certo punto mollai tutto quasi per un senso di rimorso e convinto che comunque, essendo un soggetto geneticamente predisposto ad essere magro per costituzione (polso largo 14 cm), non sarei stato destinato ad ingrassare.

Forse la palestra o forse la quantità indicibile di calorie che ho ingurgitato per 3 settimane (arrivavo fino alle 4000/5000 Kcal al giorno se non di più) mi hanno fatto ingrassare di ben 6 kg iniziando un ancor più lungo periodo di depressione. Così ho deciso di ricominciare una nuova dieta ritrovandomi nella stessa situazione di prima: ovvero non riuscivo a dimagrire più di un leggero cambiamento iniziale, solo che questa volta il mio limite non era di 42 kg anzi, nonostante ci sia stato un leggero cambiamento, non ero calato di un etto (al massimo oscillavo quasi quotidianamente di peso con un intervallo da minimo 45 fino a 49 che comunque non credo siano legati al grasso corporeo). Erano inoltre tornati sintomi quali cute secca e acne cistica di cui soffro da quando è iniziato questo lungo travaglio, scoprendo inoltre, con un test, di avere numerose intolleranze alimentari legate sopratutto ad alimenti che consumavo maggiormente anche nei periodi di dieta (latticini, lieviti, farina bianca, ecc.), ho dunque pensato di eliminare tali alimenti ma senza successo.

Così per una teoria da me imposta volevo controllare se almeno ingrassavo (molto leggermente per poi ripetere la dieta e ritrovare comunque un leggero cambiamento fisico anche se non perdevo effettivamente peso). Solo che non riuscivo neanche in questo, il mio peso di 48 Kg non voleva cambiare anche eliminando tutte le intolleranze (cercavo anche di trovare il modo di curare la cute), potevo introdurre tutto l'apporto calorico che volevo senza cambiare mai. Io non so pìù cosa fare per avere un fisico perfettamente asciutto e longilineo.

E' da allora che mi sono chiesto: ma per poter dimagrire devo mettere il mio corpo anche in condizione di poter ingrassare? E’ allora una questione ormonale? Tiroide? Vorrei almeno riuscire a riprendere il fisico di quando pesavo 42 Kg (il fatto che pesassi 42 kg non faceva di me un anoressico, anzi avevo un viso dai lineamenti molto delicati e sottili donandomi una straordinaria bellezza, non avevo alcun segno di scavamento perché ripeto che è la mia costituzione).

Grazie.
Alberto da Bari

Risposta

Carissimo Alberto,

ho letto con molta attenzione la tua storia e la prima conclusione da trarre è che condizioni come la tua necessitano di un approccio multidisciplinare in quanto determinate da cause multifattoriali.

Purtroppo hai trattato il tuo corpo come una cavia da laboratorio sottoponendolo ad inutili esperimenti che hanno avuto come unico risultato ripercussioni negative sulla tua velocità metabolica.

In casi come il tuo il giusto approccio professionale è il seguente:

  1. Valutare la composizione corporea in termini di massa grassa e massa magra e lo stato di idratazione (con metodo impedenziometrico).
  2. Valutare la quantità di grasso sottocutaneo e la localizzazione anatomica (con metodo plicometrico) al fine di associare tale dato con una eventuale problematica ormonale (dosaggi ematici di specifici ormoni).
  3. Valutare il tuo metabolismo di base, inteso come quantità di energia che il tuo corpo consuma ogni giorno per mantenere attive tutte le funzioni vitali (con metodo calorimetrico indiretto).
  4. Valutare il tuo metabolismo di attività, inteso come quantità di energia extra che il tuo corpo richiede all'alimentazione per svolgere delle attività ginniche, sociali, di vita di relazione, ecc (con holter metabolico).
  5. Valutazione dello stato psico-nutrizionale e dell'introito calorico, attraverso una attenta e minuziosa anamnesi nutrizionale.

Solo dopo aver ottenuto tali informazioni si può cominciare a parlare di riequilibrio nutrizionale stilando una correzione alimentare ed un piano di attività fisica personalizzata adatti alle esigenze del soggetto in questione.

Purtroppo da questa postazione telematica di più non posso dirti ma ti posso assicurare che è tutto risolvibile, basta imboccare la strada giusta.

Serena giornata
Dott. Luigi Schiavo

Dott. Luigi SCHIAVO
Primo Policlinico, Seconda Università di Napoli, Ambulatorio di Chirurgia dell'obesità (IX Chirurgia Generale)
Nutrizionista (Numero Iscrizione Albo 055729)
Dottore di Ricerca [Settore Fisiologia, Endocrinologia e Metabolismo]
Socio SICOB [Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche]
Responsabile per la Regione Campania della Fondazione Italiana per la Lotta all'Obesità Infantile ONLUS

Esercita a:
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